La marina militare borbonica di metà Ottocento era una delle più efficienti e moderne d’Europa, infatti la cantieristica e l’ingegneria navale borbonica avevano raggiunto insieme alla progettazione e produzione delle artiglierie, un avanzato livello tecnologico; vasta era infatti la produzione negli stabilimenti di Pietrarsa, nei cantieri di Castellammare di Stabia e nella Real Fonderia e Barena di S.M. il Re delle Due Sicilie (diretta dal ten. col. Mori). Non è infatti un caso che la neomarina militare italiana nacque grazie alle navi borboniche.
Un esempio eloquente è quello della pirofregata di primo rango Borbone, modernissima nave ad elica, tipica del periodo cosiddetto di transizione tra la propulsione velica e quella a vapore. La pirofregata Borbone infatti era dotata di alberatura e nello stesso tempo di apparato termico ausiliario.
Fu varata nel gennaio 1860 su progetto di G. De Luca, e presentava lo scafo in legno di quercia di Calabria con carena ramata e dimensioni pari a 68 metri di lunghezza, 15 di larghezza e 7 di pescaggio.
La stazza era di 4000 tonnellate, mentre la macchina motrice Mudslay & Field sviluppava una potenza di 1000 cavalli che la spingevano ad una velocità di 10 nodi. L’armamento consisteva in due ponti (uno scoperto e uno coperto) a batteria con 8 pezzi rigati (a dimostrazione che la rigatura dei cannoni non era un‘esclusiva piemontese), 12 pezzi lisci da 72 libbre a bomba, 26 da 68 a bomba e 4 da 8 in bronzo.
La Borbone nell’estate del 1860 faceva parte del cospicuo gruppo di temibili navi da guerra che pattugliavano lo stretto contro le sortite garibaldine sulla sponda calabra, nell’agosto dello stesso anno infatti, al comando del C.F. Flores, bombardò i presidi garibaldini del Faro, provocando feriti e affondando naviglio vario. In un’altra occasione tentò invece di speronare la corvetta a ruote Tuckery, ovvero la ex pirofregata borbonica di secondo rango Veloce, consegnatasi all’amm. Persano nel luglio del 1860.
Passata alla marina sarda nel settembre 1860 fu ribattezzata Giuseppe Garibaldi partecipando al bombardamento delle Piazze di Ancona nel settembre 1860 e Gaeta nel febbraio 1861, mentre il mese successivo entrò ufficialmente nella regia marina italiana subendo nel tempo varie modifiche, ridenominazioni e classificazioni. Assolse ed espletò diversi compiti e servizi sino al disarmo e la demolizione avvenuta nel 1899. La Borbone fu la prima nave militare ad elica costruita in Italia.
Armando Donato
Fonte: Comitato Storico Siciliano