Sulla facciata principale della reggia di Caserta, è installata da qualche giorno un'enorme immagine di Carlo III di Borbone, il re che volle la costruzione di quel palazzo. La scritta che l'accompagna sintetizza la figura storica di un sovrano che costruì due regni oltre a città e palazzi.
Quella sintesi efficace è il riconoscimento alla giusta interpretazione storica sul fondatore della dinastia Borbone nell'Italia meridionale, proprio nell'anno dell'anniversario della nascita avvenuta il 20 gennaio di 300 anni fa a Madrid. Oggi, la ricorrenza sarà ricordata alla chiesa di Santa Chiara a Napoli, alla presenza della principessa Beatrice di Borbone.
Carlos, figlio di Filippo V di Spagna e Elisabetta Farnese, era anche bisnipote di Luigi XIV re di Francia. Natali illustri per quel re, dunque, che ha segnato, nei suoi 25 anni di regno a Napoli e in Sicilia, la storia meridionale. Volle la reggia di Caserta, che doveva diventare la Versailles dei Borbone d'Italia. Poi la reggia di Capodimonte, l'Albergo dei poveri e soprattutto il miracolo, realizzato in appena sei mesi di lavori, del teatro San Carlo. Fu inaugurato il 4 novembre, onomastico del re, con tre opere di Metastasio. Fu un successo.
Un sovrano illuminato, che poteva contare su un primo ministro del valore di Bernardo Tanucci e tentò, poi stoppato, di limitare i poteri giurisdizionali dei baroni feudatari. Un sovrano che fece dell'Italia meridionale di nuovo un regno autonomo, come ricordò anni fa con una serie di manifestazioni celebrative l'allora sindaco Maurizio Valenzi, che si collegò alle istituzioni culturali di Parigi. Fu quello un riconoscimento importante sull'importanza storica di un personaggio su cui anche quest'anno si preparano ricordi, prendendo spunto dal trecentenario dalla nascita.
Ne ha parlato, nel giorno della visita di Matteo Renzi alla reggia di Caserta, anche il direttore di quel monumento, Mauro Felicori, annunciando iniziative in ricordo di Carlo III. Fu re di Napoli e Sicilia dal 1734 al 1759. Poi sovrano di Spagna fino al 1788. Speriamo che un ricordo storico, su una figura fondamentale nella storia di Napoli e del Sud non diventi, ancora una volta, occasione per le solite polemiche sull'importanza della Borbone e del loro Stato. Basta guardarsi attorno, dare uno sguardo ad alcuni palazzi e monumenti nelle strade visitate dai turisti a Napoli, per capire cosa volle fare della sua capitale quel sovrano.
Gigi di Fiore
Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie