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Home Lezioni di storia S.A.R. Don Alfonso di Borbone (fratello di Francesco II)

S.A.R. Don Alfonso di Borbone (fratello di Francesco II)

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(S.A.R Alfonso di Borbone, conte di Caserta, durante l'esilio romano)

Come tutti i Principi della Casa di Napoli, egli nacque soldato : il 3° Reggimento fanteria di linea (Principe) lo accolse fanciullo. Il 9 ottobre 1853 fu promosso alfiere; secondo tenente il 23 di dicembre dell'anno seguente; primo tenente il 1° settembre 1857; capitano il 23 di novembre del 1858, sempre in quel Reggimento. Secondo una tradizione che vigeva anche in Russia , egli ed il fratello Conte di Trani furono nominati , il 3 giugno 1859, aiutanti di campo di S.M. Francesco II , loro augusto fratello. Don Alfonso Maria Giuseppe Alberto di Borbone delle Due Sicilie, Conte di Caserta, nacque a Caserta il 28 marzo 1841, terzogenito di Re Ferdinando II delle Due Sicilie e della di lui  seconda moglie l'Arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Teschen.

Il Conte di Caserta predilesse l'Artiglieria ; nel 1856 chiese al Re suo padre di servire la Patria in quell'arma; nel 1859, compiuti gli studi superiori , il 5 di dicembre , fu trasferito dal suo reggimento di fanteria  all'Artiglieria a cavallo , ottenendo il grado di Capitano. Nei primi mesi del 1860 ebbe parte nella "Commisione per lo studio e la costruzione dè cannoni rigati". La missione affidatagli insieme ad altri espertissimi ufficiali Napoletani, superando ostacoli gravissimi, fu compiuta in modo egregio tanto da meritar le lodi dell'allora Ministro della Guerra Tenente Generale Pianell , cui parve, poi, più comodo inchinarsi ai nuovi padroni , quando la Rivoluzione portò i subbalpini sciacalli nel Golfo di Napoli. Il Conte di Caserta così meritò la promozione a Maggiore , che ottenne il 10 agosto di quell'anno; e fu destinato al comando di due batterie a cavallo. La sera del 5 settembre 1860 , il Conte di Caserta partiva da Napoli alla testa delle sue due batterie , insieme alla divisione di cavalleria alla quale erano aggregate.

Il Conte di Caserta iniziò la sua vita di campo nella guerra per difendere il suo Paese, il suo Regno che veniva invaso da orde mercenarie e da un'esercito di uno Stato che si diceva "amico". Nelle Campagne del Volturno e del Garigliano il Conte di Caserta primeggiò , e nella presa di Caiazzo il 21 settembre, e nella presa di Santamaria il 1° ottobre diede prova di coraggio e di conoscenza militare singolare, si che il 3 ottobre di quell'infausto anno fu nominato Tenente Colonnello, ed il 16 dello stesso mese Colonnello. Egli non si riposò di certo sugli allori dopo aver ottenuto codeste onorificenze ma raddoppiò l'ardore, e nei fatti d'armi del Volturno , e in quelli principalmente di Trifrisco, si comportò con coraggio e onore giovando ulteriormente al nome della sua Casa.
Il 29 ottobre sul Garigliano, mentre cadeva eroicamente il prode Generale Matteo Negri , Alfonso di Borbone parve il Genio della guerra; il 21 novembre ebbe la Croce di Ufficiale dell'Ordine di San Giorgio della Riunione.
L'esercito delle Due Sicilie , stanco dopo cinque mesi di guerra , seguì il suo Re Francesco II a Gaeta, e con esso vi era Alfonso. Nei combattimenti di Trifrisco , Pontelatone, Caiazzo, Sant'Angelo e Santa Maria , l'esercito duosiciliano fronteggiò vittoriosamente le orde garibaldesche ; ma Garibaldi era soltanto  il precursore della Rivoluzione. Dall'alto degli Abruzzi il Cialdini entrava nel Regno con un poderoso esercito piemontese; entrava fedifrago , rompendo le dighe del diritto delle genti, senza dichiarazione di guerra; egli era un altro "eroe" , e sappiamo benissimo come si comportò. Il 26 ottobre la retroguardia napoletana aveva respinto l'avanguardia piemontese , nella gola di Cascano; ma questo non era il nemico di "ieri" ma ben si un nemico fresco, in forze e ben armato.

Il Ministro della Guerra , Tenente Generale Casella , pubblicò il 17 gennaio 1861 un Ordine nel quale vi si leggeva fra l'altro: "La Maestà del Re N.S. riserbandosi al finir della guerra il rimunero del giusto e del prode, ora mi comanda di rendere palesi all'universale i nomi di coloro cui toccò fortuna di maggiormente distinguersi, a capo dè quali è bello al vostro vecchio e veterano Ministro segnare il nome dell'intrepido Principe S.A.R. il Conte di Caserta , Colonnello d'Artiglieria, che con l'esempio e le indefesse cure si ben sa infondere l'emulazione nella sua nobile Arma." Intanto Gaeta divenne l'asilo del buono e provato Re Francesco II , dell'eroica Regina Maria Sofia, e di un esercito valoroso. Il Conte di Caserta chiamato a far parte della Guarnigione , prese posto in tutta la difesa della Piazza, comandando la seconda sezione , composta dal Bastione Sant'Antonio , cortina e denti di sega S. Antonio , Batteria Cittadella , cortina Cappelletti-Cittadella e Controguardia Cittadella , alle quali vennero aggiunti poco dopo la Batteria Addolorata e il nuovo trinceramento a Porta di Terra .

Al vedere lo scoppio , il fuoco nemico diviene furioso , e la più gran parte dei colpi è diretta sul luogo del disastro, ove bombe e granate cadendo senza posa , rendono estremamente difficile estremamente difficile o pericoloso l'arrecar soccorso ai giacenti sotto le rovine.Il Conte di Caserta era sempre fra i primi , pronto , prode , sollecito , invitto: "Alle 4 p.m. (del 5 febbraio) [scrive il Quandel nel suo Giornale], uno scoppio ed una scossa violentissimi, nugoli di fumo , e pietre cadenti, annunziano novello terribile disastro. Il magazzino di munizioni della <<Cortina a denti di sega Sant'Antonio>> il quale oltre le munizioni di quest'opera contenea pure quelle della Batteria Cittadella ed intorno a 40.000 cartucce da carabina e da fucile, è saltato in aria facendo crollare porzione della cortina e degli edifizi attigui , e trascinando nelle rovine e seppellendo uomini ed artiglierie: la cinta principale dalla parte di mare è aperta.

Non isgomentate dallo sparo nemico e dalla patita sciagura, le nostre Batterie raddoppiano la vivacità del fuoco, e mostrano che le più atroci sventure non abbattono l'animo di coloro che, difendendo Gaeta, difendono la causa della Religione e del Re , e la terra nativa. Fra le batterie son da notare specialmente quella Cittadella , prossima al sito dell'esplosione, e rimasta del tutto isolata per essere state distrutte le comunicazioni, e la stessa cortina a denti di sega <<Sant'Antonio>> di cui una parte è crollata. S.A.R. il Conte di Caserta , sotto il cui comando sono quelle Batterie, accorsovi al fragore dello scoppio, dà ordine che non si ristia dal trarre, e col suo nobile esempio incita e sprona il valore degli Artiglieri."
Così il 9 febbraio S.M. Francesco II commutava la Croce di Ufficiale di S. Giorgio della Riunione, ottenuta dal Conte di Caserta durante la Campagnia del Garigliano , in Commenda dello stesso Ordine. I Principi Napoletani guadagnavano sul campo di battaglia i loro gradi militari e cavallereschi; il Conte di Caserta ebbe , in quella circostanza e per la sua virtù militare, la medaglia Commemorativa delle campagne di settembre ed ottobre 1860, la Croce di 4° Classe laureata del R. Ordine di S. Fernando di Spagna, quella dell'I.R.O. di Maria Teresa d'Austria , l'altra dell'O. militare di San Giorgio di Russia, divenendo una delle più mirabili figure di quel dramma eroico che fu la difesa di Gaeta. Il Conte di Caserta amava la causa che difendeva e, dimenticandosi di sè, andava dritto , con l'occhio fisso sul nemico incalzandolo con valoroso ardore.
Alle 7 del mattino del 14 febbraio 1861, dovette, insieme al Re Francesco II e alla Regina Maria Sofia,  lasciare Gaeta e il suo Regno.
I Borbone delle Due Sicilie ripararono a Roma ospitati paternalmente da S.S. Pio IX il quale ricambiava l'ospitalità da egli ricevuta a Gaeta nel 1849. Il Conte di Caserta seguì l'augusto fratello e la R. Casa nella Città Eterna.

La Rivoluzione, dopo aver rovesciato i legittimi Troni d'Italia , puntava l'occhio su Roma. A Mentana il Conte di Caserta diede prova di tanto coraggio e trepidezza che il Generale de Pholes glie ne espresse pubblica ammirazione , ed il proministro Generale Kanzler nel suo rapporto scriveva: "In primo luogo debbo citare S.A.R. il Conte di Caserta , il quale fin dal principio dell'iniqua invasione si era messo a mia disposizione , con preghiera di essere impiegato ove il pericolo fosse meggiore . S.A.R. nella spedizione di Mentana si fece ammirare dalla nostra truppa e diede prova di discernimento e di cognizioni militari ." E qui sentiamo cosa disse il Mencacci: "Fermo al suo posto-il Conte di Caserta- al fianco dell'intrepido Ministro , durante tutta la battaglia si tenne sempre nelle prime file sotto un nembo continuo di palle. A pochi metri dalle mura di Mentana , da dove usciva a torrenti il fuoco nemico , il giovinetto Borbone si mostrò più intrepido dei più vecchi militari. Gli stessi Uffiziali di Stato Maggiore, anche i più consumati nel mestiere delle armi, sogliono smontare da cavallo nei luoghi di troppo pericolosi; ma il Conte di Caserta , egualmente che il Generale Kanzler ed altri Uffiziali Romani, restò sempre a cavallo insieme coi suoi aiutanti di campo[...] Nè la presenza del Principe fu senza utilità; poichè espertissimo Uffiziale d'Artiglieria , come è, in più di un incontro coi suoi consigli diè pruova, come disse il Generale Proministro nel suo rapporti, di discernimento e di cognizione militare; senza dire che il suo bell'esempio servì d'incoraggiamento a tutti: lieti , come erano, di vedere fra le loro file un figlio e fratello di Re combattere per la Santa Sede". Così egli ebbe la Croce commemorativa Fidei et virtuti , il Papa lo creò Cavaliere dell'Ordine di Cristo , e il Duca di Modena, Francesco V, Cavaliere Gran Croce dell'Aquila Estense. Le guerre per la Chiesa, combattute contro la Rivoluzione essenzialmente antireligiosa, ebbero nel braccio e nella mente del Conte di Caserta opera e consiglio preziosissimi, chè, entrato egli come Colonnello nelle Milizie Pontificie , servì il Papa con fede di Principe , con ardore di Cristiano Cattolico mirabilissimo.

L'Avant-Garde , un giornale parigino , nel suo N° del 15 luglio 1867 , pubblicò un articolo del signor Du Puget , dal titolo: Le Comte de Caserte et l'Armèe Pontifical. La figura militare dell'augusto Principe vi fu ritratta felicemente : il 3 novembre del 1867 , verso il mezzodì, il Generale Kanzler chiese al Conte di Caserta se volesse recare un ordine ad altra parte del campo : il Principe accettò prontamente. Qualcuno , però, gli fece osservare che la via da percorrere per giungere al posto indicato era assai pericolosa per lui, che sarebbe stato esposto al fuoco nemico;  ed egli subito rispose: "Io guardo innanzi a me , al Generale cui debbo render conto della mia missione, e non mi occupo del luogo dov'è il nemico" e ciò detto spinse al galoppo il suo cavallo e disparve. Lo videro infatti i Garibaldini ed un nembo di palle giunse presso a lui che andava, ratto come il baleno. Ma l'ordine giunse in tempo; i cacciatori formarono così la testa della colonna e s'unirono alla brigata che operava : i Garibaldini esinaniti si dispersero. I francesi, mirando quel giovinetto in abito da Colonnello d'Artiglieria - la divisa Napoletana era del tutto conforme a quella francese - si chiedeano l'un l'altro chi mai fosse quel prode, e udito ch'egli era fratello del Re di Napoli , plaudendo, osannando, gridavano <<C'est un Bourbon , c'est un des notres!>> .

L'8 giugno del 1868 il Conte di Casera sposò sua cugina la Principessa Maria Antonietta delle Due Sicilie (1851-1938) figlia di Francesco, Conte di Trapani ultimogenito di Francesco I delle Due Sicilie, e di Maria Isabella d'Asburgo-Lorena di Toscana, dalla quale ebbe l'anno seguente il primo di dodici figli.

Nel 1870, quando la Rivoluzione investì Roma, Don Alfonso di Borbone tornò al suo posto d'onore, offrendosi volontario nell'esercito del Papa; ma il protettorato estero concesso alle proprietà romane di Casa Borbone, obbligò il Conte a tenersi in quella guerra neutrale.
Il comportamento onorevole tenuto dal Conte di Caserta in difesa della Santa Sede e dei suoi legittimi Stati era stato di valore inestimabile; ma , a far compiuta la figura marziale del Principe invitto, la Spagna gloriosa si offrì teatro di magnifiche scene.
Il Conte di Caserta , al fianco di S.M.C. Carlo VII di Spagna e dell'esercito Carlista, combattè il governo usurpatore della Prima Repubblica Spagnola e successivamente contro l'usurpatore isabellino Alfonso "XII". Il 20 settembre 1874 Don Alfonso di Borbone , eletto Colonnello d'Artiglieria, fu aggregato alla Maggioria Generale di quell'arma. Poco dopo fu trasferito al comando delle Batterie che operavano in Guipuzcoa e partecipò a tutti i fatti d'armi ed ai combattimenti che ebbero luogo intorno alla posizione trincerata della linea dell'Orio.
L'opera sua fu così efficace da obbligare le forze nemiche ad abbandonare ai Carlisti quelle importantissime posizioni. Cosi poterono questi ultimi stringere il blocco al campo trincerato di San Sebastiano ,  che valse al Conte di Caserta la Croce di Seconda Classe del Merito Militare per servizio di guerra.
Con immenso ardore il Conte di Caserta diresse l'attacco contro la Piazza Forte di Gaetaria dove le sue artiglierie parvero fatate. Per questo il 13 maggio 1875 fu eletto Generale di Brigata e destinato alla Divisione di Castiglia che operava nella provincia di Burgos. Il 9 luglio dello stesso anno , per l'infermità del valoroso Generale Fortan , fu mandato come Capo delle operazioni nella provincia di Alava , e preposto alla divisione alavese. La resistenza di Alava somigliò a quella dei trecento alle Termopili: la sproporzione tra i due eserciti era rilevante in quanto le forze a disposizione del Conte di Caserta erano ridotte. Nonostante ciò egli riuscì vittoriosamente a contenere le forze nemiche seguendole poi in Navarra dove ai primi di settembre si era ritirate; seguendole e vincendole spesso, fronteggiandole sempre.
Il 17 di quello stesso mese poderose forze nemiche strinsero in Guipuzcoa l'esercito Carlista, e l'avrebbe sopraffatto , tanto numerose erano tali forze; ma il Conte di Caserta giunse improvviso con la sua Brigata; giunse , assunse il comando della Divisione, batte il nemico , trionfò nella vittoria di San Marcos il giorno 28, ed il 30 ripartì con la Brigata per la Navarra , per unirla al resto della sua divisione.

Durante la guerra successe un fatto singolare: nell'esercito Carlista , nel quale militavano anche stranieri , come spesso accadeva in tutti gli eserciti che combattevano per un'idea suprema e non per conquista, corse fra uno spagnolo, un francese e un bizzantino la scommessa di andare a prendere un caffè agli avamposti nemici. Essi, che erano tutti Ufficiali, si recarono dal loro Generale , che era il Conte di Caserta, chiedendogli il permesso per fare sfarzo del loro coraggio. Il Principe ascoltò, dopodichè rimandò i tre indicandogli il luogo dove il giorno seguente avrebbero ricevuto i suoi ordini. Essi si presentarono nel luogo pattuito ove il Principe disse loro <<Ecco, avrò il piacere di offrir loro una tazza di caffè presso al campo nemico>> e andò con loro , e pagò il caffè, e tornarono tutti e quattro alle loro tende sani e salvi.
Ad uno che chiese al Principe perchè si fosse esposto così tanto , per cosa inutile, egli rispose che gli era parso di non poter permettere , lui presente, una prova di coraggio ad uno spagnolo , un francese e un turco , senza mostrare che sopra ogni altro fosse buono a farla un Napoletano.
Il 22 ottobre l'esercito Carlista vinse nella Battaglia di Lumbier , ed il Conte di Caserta che efficacemente concorse alla vittoria, fu eletto Generale di Divisione il 28 dello stesso mese, e l'8 novembre venne richiamato in Alava , dove il nemico aveva di nuovo concentrato le sue forze.

Intanto la guerra volgeva al termine: Catalogna , Valenza, ed Aragona erano tornate sotto il controllo nemico; tutte le forze dell'usurpatore Alfonso "XII" si concentrarono sulle Province Basche ed in Navarra; al Conte di Caserta fu imposto di assumere la suprema direzione dell'esercito del Nord, come Capo di Stato Maggiore Generale (11 dicembre 1875) , ufficio che disimpegnò con grande energia e valore ormai da tutti riconosciuto.  Ma per disparità di vedute ai primi di febbraio del 1876 , dimesso quel grado, andò a comandare la Divisione Castigliana , rimasta acefala per via dell'infermità del bravo Generale D. Francesco Cavero, divisione , sopra ogni altra di tutta la Spagna ammirevole, per coraggio e disciplina; divisione che ebbe l'onore di proteggere e custodire la persona di S.M.C. Carlo VII di Spagna , e accompagnarlo in Francia.
Al termine della Terza Guerra Carlista, S.M. Francesco II delle Due Sicilie scisse al fratello Alfonso la seguente lettera:

"Park Wien , 2 marzo 1876
Mio carissimo Alfonso,
Cosa posso dirti in questi momenti? Dopo aver ringraziato Iddio e la SS. Vergine per averti conservato incolume ed averti fatto uscire in buona salute, io non so dirti che due cose: l'una, che divido le impressioni dolorose di chi trovasi in quelle circostanze , che io ho passato una volta soltanto , e tu tre ; l'altra cosa che posso dirti è che, indipendentemente da politica, la tua persona ed il tuo nome, hanno guadagnato una nuova bella pagina di meriti e reputazione militare.
Pochi sono quelli che possono dire aver guadagnato dal loro 19° anno tutti i gradi militari sul campo di battaglia , e tra questi pochi tu sei il solo Principe, a quanto ricordo.
Tra tanti miei dolori, qualche volta ho dei conforti, e la tua condotta militare me ne ha fornito uno.
Ora non mi resta che augurarti la consolazione che proverai rientrando in seno alla tua famiglia, ed abbracciarti di tutto cuore, e dirmi
Il tuo affezionatissimo Francesco"

L'8 giugno 1886 il fratello Luigi morì, lasciando come unica erede la figlia Maria Teresa di Borbone-Due Sicilie, esclusa dalla successione al Trono secondo legge salica. Alfonso divenne l'erede  dell'augusto fratello suo S.M. Francesco II e il 27 dicembre 1894, alla morte di quest'ultimo, benchè in esilio , per legittimo diritto, divenne  Capo della Real Casa Borbone Due Sicilie e Re col nome di S.M. Alfonso I delle Due Sicilie.Dopo le imprese in Spagna , il Conte di Caserta si ritirò nella sua Villa a Cannes con la numerosa famiglia. Il 21 settembre 1878 , Don Alfonso indirizzò una lettera al Cardinale di Napoli Guglielmo Sanfelice d'Acquavella per preannunciargli di aver disposto interventi caritatevoli in danaro a favore degli abitanti di Afragola colpita da calamità naturali e per la Chiesa da edificarsi in Roma al Sacratissimo Cuore di Gesù in memoria del Sommo Pontefice Pio IX. Nonostante fosse in esilio e nelle avversità si prodigò per i suoi popoli e la sua Patria.
Nel 1900 S.M. Alfonso I autorizzò il matrimonio tra il suo secondogenito Carlo Tancredi e una Principessa spagnola del ramo liberale isabellino María de las Mercedes Isabel Teresa Cristina Alfonsa Jacinta di Borbone (Carlo Tancredi  rinunciò così ai propri diritti di successione al Trono delle Due Sicilie, e ai diritti connessi, il 14 dicembre 1900 firmando il cosiddetto "Atto di Cannes": poco dopo, il 7 febbraio 1901, fu creato Infante di Spagna.).

Il suo consenso apparve, agli occhi dei Tradizionalisti spagnoli , come un tradimento della causa Carlista e legittimista. E come tale fu pubblicamente tacciato dai legittimisti spagnoli. Alfonso I sentì tutto il peso della scelta e non mise mai più piede in Spagna.

Intanto gli anni passavano ed anche l'ardore dell'invitto Principe Napoletano si affievoliva lentamente. Dopo i Patti Lateranensi del 1929 , Alfonso I decise di cambiare gli Statuti dell'Ordine Costantiniano per confermare che capo dell'Ordine non era più il Re del Regno delle Due Sicilie ma il Capo della Casa Reale  Borbone Due Sicilie: questo atto del tutto criticabile va in netto contrasto con il comportamento di un altro Borbone, Alfonso Carlo di Spagna, fratello del defunto Carlo VII di Spagna, che , una volta stipulati i sudetti patti dalla Santa Sede , decise di rompere i contatti con Roma.
Alfonso passò i suoi ultimi anni di vita nella "Villa Maria Teresa" a Cannes dove si spense il 26 maggio 1934 all'età di 93 anni e dove è tutt'ora sepolto nel suo Mausoleo.

G.Bellizzi (Associazione legittimista trono ed altare)

S.A.R. Don Alfonso di Borbone (fratello di Francesco II)
Ultimo aggiornamento Giovedì 23 Gennaio 2014 20:43  

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