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Da Porta Capuana a 'Place de la Revolution'

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CAPUA - Oggi, 21 gennaio 2013  ricorre il 214° anniversario di un evento memorabile : le tre giornate  napoletane del 1799. La storia che, ahimè, dal 1861 è scritta e raccontata dai vincitori  e dai “collaborazionisti” degli stessi non ne parla o appena ne da qualche cenno.

Quell’evento dovrebbe essere ricordato in maniera solenne dalla Città di Napoli in primo luogo, ma anche da tutto il Sud .Esso fu espressione alta della resistenza opposta al nemico invasore dal popolo napoletano e particolarmente dalla parte più umile e più semplice del popolo stesso, quella parte definita “Lazzaria”, alla quale si affiancò anche  parte del restante tessuto sociale della città.

Furono però i Lazzari i protagonisti principi della lotta di opposizione all’entrata dei Francesi in Napoli e l’origine di tale acerrima opposizione fu la  convinzione di questi indomiti fedeli patrioti d’essere stati traditi, e con loro l’amato Sovrano, da una condotta  pessima dei comandanti militari nella campagna di guerra che, iniziata nel novembre dell’anno precedente con successi clamorosi, si era poi trasformata in un disastro militare. La Lazzaria  viveva a suo modo in maniera totalmente libera da schemi e legami prefissati, felice di vivere, profondamente legata alla propria terra verso la quale sentiva una profonda fedeltà peraltro identificandola e personalizzandola nel proprio Re, Ferdinando IV di Borbone  che aveva mostrato di comprenderla e apprezzarla quale costituente del tessuto connettivo della città, all’epoca espressione la più grande e completa  del Regno tutto.

Essa era in contrapposizione con la nobiltà e soprattutto con quella classe sociale in fase emergente, la borghesia, ossia quella parte della società che aveva organizzato, promosso e scatenato la grande rivoluzione ai cui principi i borghesi napoletani si ispiravano  decisi ad abbattere le vecchie istituzioni, prima fra tutte l’istituto regio.

Nei giorni dal 21 al 23 gennaio i lazzari napoletani condussero una battaglia senza quartiere contro l’organizzato, ben  armato e già più volte vittorioso esercito francese: essi resisterono in maniera valorosa ed eroica all’assalto di questi soldati e per tre giorni si batterono  facendosi massacrare come a Porta Capuana  e in altri luoghi della cintura cittadina riuscendo in alcuni casi anche a fermare il nemico e riscuotendo  l’ammirazione dei comandanti francesi: essi  difendevano la loro Patria!Furono alla fine vinti, ma non per questo si arresero, perché dopo pochi mesi all’arrivo  delle colonne della Santa Fede, riapparvero con tutta la loro violenza e la loro passione contribuendo a costringere il nemico ad abbandonare il territorio.

In breve è questo il motivo per cui questa data andrebbe ricordata e celebrata: in effetti essi combatterono in difesa della dignità e della libertà della Nazione Napoletana, e noi altrettanto fedeli alla nostra Patria, li  ricordiamo con grande rispetto e riconoscenza .Coincidenza poi vuole che lo stesso giorno è l’anniversario ,il 220°, della morte per ghigliottina del Re di Francia Luigi XVI, vittima e martire di quella borghesia che tagliando la testa al Re, riteneva di poter  affermare la sua supremazia. Aggiungo pertanto il ricordo di questo Re che dopo essere stato giudicato in modo negativo, è stato poi rivalutato e che comunque, in quella tragica circostanza, seppe affrontare la morte con la massima dignità.Io da inguaribile, ostinato borboniano dico: "Viva il Re!"

Cav. Giovanni Salemi

Fonte: Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie

Da Porta Capuana a 'Place de la Revolution'
Ultimo aggiornamento Martedì 22 Gennaio 2013 13:39  

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