Sulle cause della perdita dell'orecchio sinistro sono state formulate varie ipotesi, ma nessuna fin d'ora è stata dimostrata.
Non è stato infatti mai rinvenuto alcun documento che provi un provvedimento penale all'origine del moncone, secondo alcuni tipico dei paesi sud-americani, quando l'accusato era reo di abigeato.
Un'altra teoria è quella del morso, con il quale una donna sudamericana avrebbe tranciato il lobo sinistro dell'Eroe dei Due Mondi, mentre tentava di violentarla.
Anche in questo caso però non esiste alcun documento che suffraghi tale tesi.
Vi è invece una terza ipotesi, accompagnata da documenti storici, molto verosimile: un conflitto a fuoco.
A causa delle sue scorribande, Garibaldi era ricercato dai Governi di mezzo Sud America quando, nel 1835, gli venne tesa un'imboscata nel Gualeguay.
Un giorno due imbarcazioni apparentemente innocue si avvicinano alla sua goletta, erano soldati. All'intimazione di arrendersi Garibaldi risponde con le armi, fu in quel momento che una serie di palle lo colpiscono, di queste una si conficca sotto l'orecchio sinistro lasciandolo quasi esanime.
I garibaldini riusciranno a salvarsi, ma Don Peppino subirà una lunga convalescenza a causa delle profonde ferite e dell'operazione subita per estrarre la pallottola(il chirurgo di chiamava Ramon Delarca) che si era fermata sotto l'altro orecchio.
E lecito pensare che quella palla, entrando nel collo, abbia tranciato parte dell'orecchio garibaldino.
Una tale mutilazione non poteva essere rimossa facilmente dalla mente di Garibaldi che infatti la immortala nel suo romanzo "Clelia: il Governo dei Preti" dove egli, novello brigante nelle terre pontificie, scrive di essere caduto in un imboscata orchestrata da una banda di uomini comandata da un "prete satanico". Gli spari lo colpiscono più volte ma la ferita più grave è quella che gli portò via "questo pezzo di orecchio sinistro".
Davide Cristaldi
Fonte: Comitato Storico Siciliano