I progetti borbonici delle ferrovie siciliane (1859) e gli appalti truccati del Garibaldi

Domenica 02 Dicembre 2012 20:46 Davide Cristaldi
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carta dei progetti borbonici delle ferrovie siciliane

Quando Garibaldi arrivò in Sicilia, la prima cosa che fece fu decretare la costruzione di alcune linee ferrate, in quanto prima di partire per la famosa spedizione dei Mille, si era accordato con una società livornese, la Adami-Lemmi che avrebbe dovuto prenderne l'appalto milionario. Il banchiere Adriano Lemmi, che era guardacaso tra i finanziatori dell'impresa garibaldina, aveva pagato al solo Agostino Bertani da Milano, mazziniano e collaboratore di Garibaldi in Sicilia, una tangente di 4 milioni di franchi[1].
Adriano Lemmi fu anche Gran Maestro della Massoneria dal 1885 al 1896[2] noto anche per aver riunito sotto un'unica fede, il Grande Oriente d'italia, tutte le varie comunioni massoniche esistenti.

Il frutto di questa speculazione, che ben poco aveva di patriottico, fu un'ossatura ferroviaria inadeguata ed inutile di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze.

All'epoca, in perfetto stile colonialista, non si pensò a creare un'infrastruttura al servizio delle peculiarità economiche e geografiche siciliane, ma solo ed esclusivamente per congiungere in un asse SUD-NORD le principali città siciliane con l'Alta Italia, che si apprestava a diventare la nuova sede del potere politico ed economico italiano, mentre le Due Sicilie che fino a quel tempo guidavano la locomotiva italiana, furono relegate a mere provincie di periferia.

Così come i romani costruirono le loro strade per congiungere la loro capitale alle colonie più lontane, allo stesso modo "tutte le ferrovie siciliane portavano a Roma".

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Decreto per costruirsi una ferrovia da Palermo a Messina per Caltanissetta e Catania[3].

25 giugno 1860.

ITALIA E VITTORIO EMMANUELE

Giuseppe Garibaldi, Comandante in capo le forze Nazionali in Sicilia,


In virtù dei poteri a lui conferiti, Sulla proposizione del Segretario di Stato dei lavori pubblici e dei mezzi di comunicazione; Udito il Consiglio dei Segretari di Stato; Decreta :

Art. 1.
Sarà costruita una ferrovia da Palermo a Messina passando per Caltanissetta e Catania.
Art. 2.
Il Segretario di Stato dei Lavori pubblici, e dei mezzi di comunicazione è autorizzato a trattare con capitalisti nazionali, e stranieri per la costruzione della sudetta ferrovia. Palermo 25 giugno 1860.


Il Dittatore
G. GARIBALDI


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( N.° 74. ) Decreto che concede alla Società rappresentata da' Signori Pietro Augusto Adami ed Adriano Lemmi la costruzione delle ferrovie nell' Italia Meridionale.[4]

Caserta, 25 Settembre 1860.
ITALIA E VITTORIO EMANUELE.
IL DITTATORE DELL' ITALIA MERIDIONALE

Volendo procacciare a queste popolazioni il più pronto, copioso ed utile lavoro , e riparare nel tempo stesso alla dimenticanza nella quale fu sino a qui lasciata la costruzione delle ferrovie, ha giudicato espediente di prendere in immediata considerazione l'offerta della Società rappresentata da' Signori cav. Pietro Augusto Adami e Adriano Lemmi di Livorno ; e presa intima notizia delle morali ed economiche condizioni di essa Società, della sua deliberata intenzione di dare preferenza negl' impieghi e ne' lavori a quelli che si potranno presentare come benemeriti veterani dell' Esercito liberatore, in fòrza delle pubbliche urgenze e degli straordinarii suoi poteri, e di precedenti promesse già fatte alla detta Società per le ferrovie di Sicilia in data 22 giugno 1860;

Decreta:


Art. 1. Le linee ferroviarie che la Società rappresentata da' Signori Pietro Augusto Adami e Adriano Lemmi di Livorno dee compiere, sono le seguenti :

(a) La connessione delle ferrovie napoletane a quelle dello Stato romano, tanto nel versante del Mediterraneo, quanto dell' Adriatico.
(b) I lavori di quelle linee di connessione collo Stato romano, che erano già in corso per conto regio, saranno immediatamente ripresi.
(c) Le linee da Napoli a Foggia, e da Salerno a Potenza, e quindi nella duplice direzione di Bari e Taranto, e di Cosenza e Reggio.
(d) Le linee della Sicilia, da Messina a Catania e Siracusa , e da Catania a Castrogiovanni e Palermo , colle trasversali da Palermo a Girgenti e Marsala
(etc.etc.)

Il Segretario generale della Dittatura è incaricato della esecuzione del presente decreto. Esso Segretario ed i concessionarii firmeranno un capitolato conforme pei patti e le condizioni al presente.

Dato in Caserta il dì venticinque settembre milleottocentosessanta.
Il Generale Dittatore G. GARIBALDI.
(Segretario generale Colonnello Agostino Bertani)
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Come si evince dalla cartina del progetto ferroviario borbonico, le dorsali avrebbero dovute essere la linea PALERMO-MESSINA e quella PALERMO-SIRACUSA.
La prima cosa che si nota su tale mappa è che le strade ferrate non sarebbero passate lungo la costa, ma dall'interno; questa soluzione potrebbe sembrare strana ma non è così in quanto le ferrovie nacquero per collegare i paesi dell'entroterra e non per mettersi in concorrenza con il trasporto marittimo.
Concorrenza peraltro inutile in quanto fino ai primi anni del 1900, risultava più economico e più veloce il trasporto via mare.
E nel 1866, era molto più veloce viaggiare per mare da Palermo a Messina o da Messina a Catania, che utilizzare il treno.
A soffrire erano invece quei paesi che, trovandosi all'interno della Sicilia, erano collegati ai porti della Sicilia solo ed esclusivamente attraverso le strade carrozzabili per le quali pure aveva dato un grosso impulso nella loro costruzione Ferdinando II di Borbone.



I progetti borbonici delle Ferrovie Siciliane: [5].


Dorsale Palermo-Messina

Parecchi paesi dell'interno elencati nella tabella oggi risultano completamente tagliati fuori dalla rete ferroviaria. Non sarebbe stato così se fosse stato realizzato il progetto borbonico. Purtroppo il governo piemontese decise che la linea Palermo-Messina doveva passare da Enna e Catania, stroncando la crescita economica della città peloritana.


Dorsale Palermo-Siracusa

Vera e propria spina dorsale della Sicilia, avrebbe tagliato in due la regione e consentito a tutti i paesi dell'entroterra di avere un'accesso rapido verso le principali città Siciliane. Ancora oggi gli abitanti dei paesi elencati nella tabella non hanno accesso al servizio ferroviario.



Linea Palermo-Lillibeo

Da Palermo a Marsala e Trapani passando per Alcamo.

Questa progetto fu invece eseguito dal governo italiano, probabilmente perchè rappresentà un'asse NORD-SUD...

 

Linea Caltanissetta-Licata

La "ferrovia dello Zolfo", un percorso simile ma con stazioni diverse fu edificato dai piemontesi.


Linea Bonpensiere(CL)-Girgenti
Altra "Ferrovia dello Zolfo", una tratta simile ma con snodo ad Aragona, fu fatta dai piemontesi.

 

Linea Bronte-Catania
Oggi da Bronte, si vede passare solo una vecchissima littorina diesel, della ferrovia circumetnea: una linea a scartamento ridotto che non è mai stata elettrificata e attualmente gestita da un commissario governativo, dal dopoguerra.
Con questa linea, Bronte da cittadina sperduta nelle valli etnee sarebbe potuta ritornare agli splendori dell'antichità, in quanto posizionata lungo la Strada Regia che da Palermo conduceva a Messina e Catania
Anche se nel corso degli anni si sarebbero certamente progettate e costruite nuove linee, non ci è dubbio che le linee borboniche avrebbero rappresentato una buona ossatura su cui si sarebbe potuta fondare una moderna rete di trasporto ferroviario per la Sicilia.
Davide Cristaldi
Fonte: Comitato Storico Siciliano
[1] Rivelazioni segrete sulla vita politica di Giuseppe La Farina e suoi seguaci - Losanna - 1865
[2] Esoterismo e fascimo - Gianfranco de Turris - Edizioni Mediterranee
[3] Raccolta degli atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia (1860) - Palermo - 1861
[4] Collezione delle leggi e de'decreti emanati nelle provincie continentali dell'Italia Meridionale durante il periodo della Dittatura - Napoli - 1860
[5] Delle Strade Ferrate in Sicilia - Palermo - 1861
I progetti borbonici delle ferrovie siciliane (1859) e gli appalti truccati del Garibaldi
Ultimo aggiornamento Mercoledì 05 Dicembre 2012 07:30