Ficuzza: La reggia di Caserta siciliana

Mercoledì 05 Dicembre 2012 18:52 Davide Cristaldi
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In mezzo al verde intenso delle querce e sullo sfondo la Rocca Busambra , ecco dove sorge il palazzo reale di Ficuzza, voluto daFerdinando IV di Borbone.

Ad appena 45km da Palermo, posto lungo la vecchia carrozzabile che a fine ‘700 portava a Corleone, il palazzo era certamente un posto allettante e facilmente raggiungibile in mezza giornata di carrozza da parte del Re e dei suoi amici. Ferdinando di Borbone arrivò in Sicilia alla vigilia di Natale del 1798. Era in fuga da Napoli, dopo la rivoluzione nel capoluogo partenopeo. In Sicilia passò diversi anni e a Ficuzza, dopo la costruzione del Palazzo, praticamente ininterrottamente quasi due anni e mezzo, dal 1810 al 1812.

La passione per la caccia e l’amore per gli svaghi indussero il Sovrano a cercare anche nell’Isola quelle attività che praticava a Portici e soprattutto a San Leuciodove si trovavano immense riserve di caccia e la splendida reggia di Caserta.

La costruzione del Palazzo si protrasse fino al 1807 e impegnò un numero notevole di maestranze: scalpellini, decoratori, muratori, falegnami ebanisti, marmisti, pittori, scultori e tappezzieri. Davanti all’edificio venne realizzato un vasto piano (oggetto di un recente discutibilissimo intervento di sistemazione) delimitato dai magazzini e dalle stalle, da abbeveratoi e da case per gli addetti alle numerose attività legate alla vita di corte e dell’azienda reale.

Il Palazzo ha pianta rettangolare e consta di un pianterreno che veniva adibito ad abitazione della servitù, al corpo di guardia, alle dispense e alle cucine. Tra le fondazioni sono stati ricavati dei sotterranei collegati all’esterno con un cuniculo che sbuca a poca distanza dall’edificio. Sotto le cucine, una scala portava ad un cantinato dove venivano stoccate le derrate necessarie per la vita di corte. Questi sotterranei per anni abbandonati sono stati recentemente sistemati ed adesso possono essere visitati. Altri ambienti delle fondazioni dovevano servire per custodire la carrozza del sovrano e attrezzature varie. Il prospetto, quale oggi appare, ha il gradevole e misurato aspetto dell’architettura neoclassica di ispirazione vanvitelliana. Al centro è posto l’ingresso principale dove il Re poteva entrare con la carrozza. Sul lato destro è situato l’ingresso alla Cappella reale mentre sulla sinistra l’ingresso per la servitù. La facciata principale si sviluppa in due ordini di finestre separate da una semplice cornice. La parte sommitale è coronata da un cornicione aggettante sostenuto da becatelli in pietra arenaria decorati con triglifi.

Sul cornicione al centro è sistemato un imponente gruppo scultoreo in arenaria raffigurante lo stemma dei Borbone, circondato da festoni floreali e sormontato dalla corona. L’opera è stata eseguita dallo scultore Giosuè Durante, palermitano, che operò tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX sec.. Accanto allo stemma sono state collocate la statua del Dio Pan, protettore dei campi, delle greggi pascolanti, dei cacciatori e dei pastori. Sul lato destro è invece raffigurata Diana, sorella del Dio Apollo, Dea della caccia, dei boschi e della vegetazione. Infine, alle estremità laterali del prospetto, sulla sommità del cornicione, sono stati collocati due orologi che sono stati realizzati da Giuseppe Lorito e figli. La soluzione formale dei due orologi, simmetricamente disposti alle estremità laterali, da slancio alla facciata del Palazzo. Uno scalone di marmo rosso collocato a destra dell’ingresso porta al piano nobile. (Ficuzza.net)

Fonte: Comitato Storico Siciliano

 

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