Presentazione de 'Mozione d’inchiesta per le Province Napoletane'

Martedì 09 Febbraio 2016 07:37 Giancarlo Rinaldi
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ATINA(FR) - Sabato 30 gennaio 2016 alle ore 17.00 nella trecentesca cornice del Palazzo Ducale di Atina si parlerà della “Mozione d’inchiesta per le Province Napoletane”  di Francesco Proto, parlamentare del 1861, presenteranno il convegno Claudio Saltarelli  Presidente dell’Associazione Identitaria Alta terra di Lavoro e lo storico e  giornalista Fernando Riccardi.

Al  banco del primo Parlamento d’Italia il deputato napoletano Francesco Proto  presenta tra le polemiche la “Mozione”, chiedendo di avviare un’inchiesta parlamentare nelle province meridionali per discutere cosa fosse più opportuno «per tenere in pace od in fede queste contrade», ma ben documentando – sia pure con retorica erudita e ridondante – i nodi principali dell’Unificazione, descrivendo i caratteri di vera e propria guerra civile che aveva assunto nel Mezzogiorno con lo scioglimento dell’esercito, la repressione e il tracollo dei bilanci statali. La Mozione non viene messa nemmeno in discussione, Proto è costretto a ritirarla. Sarà però subito stampata in tutta Italia e persino tradotta, nell’arco di un anno, in Austria, Francia, Belgio e Inghilterra rivelando all’Europa tutta il vero volto dell’Unità italiana e il doloroso tramonto dell’antico e fiorente Regno napoletano. Rintracciata presso l’Archivio Storico della Camera la “Mozione” torna  in libreria in edizione critica con le note e il saggio introduttivo di Giuseppe Pesce («1861: l’inchiesta per il Sud negata») con Polidoro Editore. «Della Mozione non esisteva ancora una edizione critica – spiega Pesce in premessa – ma colmare questo vuoto non vuol dire aderire ad anacronistici sentimenti anti-unitari: si tratta piuttosto di sottrarre alle facili interpretazioni un documento importante inspiegabilmente escluso dalla Storia ufficiale».

Dopo un lungo esilio, si fece eleggere come deputato alla Camera del Regno d'Italia nel 1861. Il 20 novembre del 1861, Francesco Proto presentò una mozione che fu un violento atto di accusa contro la politica del Governo nei riguardi delle province napoletane dove si venne a creare una situazione che non si riusciva più a controllare. La mozione affermava che:
«Gli uomini di Stato del Piemonte e i partigiani loro hanno corrotto nel Regno di Napoli quanto vi rimaneva di morale. Hanno spoglio il popolo delle sue leggi, del suo pane, del suo onore... e lasciato cadere in discredito la giustizia... Hanno dato l'unità al paese, è vero, ma lo hanno reso servo, misero, cortigiano, vile. Contro questo stato di cose il paese ha reagito. Ma terribile ed inumana è stata la reazione di chi voleva far credere di avervi portato la libertà... Pensavano di poter vincere con il terrorismo l'insurrezione, ma con il terrorismo si crebbe l'insurrezione e la guerra civile spinge ad incrudelire e ad abbandonarsi a saccheggi e ad opere di vendetta. Si promise il perdono ai ribelli, agli sbandati, ai renitenti. Chi si presentò fu fucilato senza processo. I più feroci briganti non furono certo da meno di Pinelli e di Cialdini.»
Questo irritò il Governo e il deputato di Casoria venne, quindi, invitato a ritirare la sua mozione e, al suo rifiuto, la Presidenza della Camera non ne autorizzò la pubblicazione negli Atti parlamentari e ne vietò la discussione in aula. Dopo poco il deputato Francesco Proto si dimise dal Parlamento, tornando a Napoli dove morì nel 1892

 

Autore :
FRANCESCO PROTO (1821-1892) Meglio conosciuto col suo titolo di duca di Maddaloni,  è stato un vivace politico e letterato della Napoli di metà Ottocento («ricordato specialmente per i suoi mordaci Epigrammi a cura di Salvatore Di Giacomo»). «Controversa figura ancora tutta da riscoprire», aveva creduto nei moti liberali del 1848 subendo tutte le conseguenze della scelta. Per qualche anno era sfuggito al carcere girando esule per l’Europa e, tornato a Napoli, seppure graziato, era continuamente sospettato di cospirazione. Sostenitore dell’ipotesi federalista, sognava fin dal ‘48 una Lega italiana e confidava in Cavour e Vittorio Emanuele. Ma quando si accorse che il nuovo governo avrebbe cancellato ogni autonomia dei territori annessi fu il primo a denunciare gli abusi piemontesi.
Saggio introduttivo e note:
GIUSEPPE PESCE (Napoli, 1977), giornalista e autore, si occupa di ricerca storica e di critica letteraria, affrontando temi legati al Mezzogiorno. Documentarista per La Storia siamo noi (RAI), ha pubblicato diversi saggi, tra cui Napoli il Dolore e la Non-Storia (2010), Napoli e i suoi casali (2013) e Alfasud, una storia italiana (2014).
Ad  Atina sabato 30 gennaio 2016 ne parleranno Claudio Saltarelli  Presidente dell’Associazione Identitaria Alta terra di Lavoro e lo storico e  giornalista Fernando Riccardi.
Fernando Riccardi – Giornalista e scrittore, è stato direttore responsabile de “Il Corriere del Sud Lazio”, settimanale delle province di Frosinone e di Latina. Attualmente è direttore responsabile de “L’Alfiere”, pubblicazione napoletana tradizionalista che nel 2010 ha festeggiato il 50° anno di vita. E’ inoltre capo redattore de “L’Inchiesta” quotidiano dell’alta Terra di Lavoro e della Ciociaria (Frosinone), del quale cura anche le pagine culturali. Ha fatto parte del comitato di redazione del mensile “Storia del 900” e collabora assiduamente con “Storia in Rete”, il mensile di approfondimenti storici edito da Mondadori. E’ inoltre vice presidente dell’Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie. Nel 2003 e nel 2005 è stato insignito del Premio Giornalistico Internazionale “Inars Ciociaria” , nella sezione “giornalisti-scrittori”. E’ autore di diverse pubblicazioni di carattere storico. Da ricordare: “Caprile e la sua storia” (Cassino 1992), “Il brigante Papone” (Arte Stampa, Roccasecca 1995), “Roccasecca immagini e ricordi” con Pompeo Cataldi (Nuova Stampa di Caramitti & c. snc, Frosinone 1997), “I Boncompagni e Roccasecca” (Tipolitografia Malatesta, Cassino 2000), “Piccole storie di briganti” (Arte Stampa, Roccasecca 2003), “Roccasecca 1872: l’assassinio del sindaco Paolozzi” (Tipografia Ugo Sambucci, Cassino 2004), “Il martirologio di Roccasecca” (Arte Stampa, Roccasecca 2004), “L’Uomo Buono di Colle San Magno” (Arte Stampa Editore, Roccasecca 2009), “La sanità pubblica raccontata dai parroci. Cronache dai libri dei morti di un villagio del basso Lazio” (Rubettino Industrie Grafiche ed Editoriali srl, Soveria Mannelli 2010), “Brigantaggio postunitario. Una storia tutta da scrivere” (Arte Stampa Editore, Roccasecca 2011), “Costanzo Pompei da Pico arciprete-brigante e carbonaro” (Arte Stampa Editore 2013). Sul fenomeno del brigantaggio postunitario tiene conferenze, convegni e seminari di studi in tutta Italia.
Autore: Francesco Proto
Titolo: La mozione di inchiesta per le Province Napoletane
Sottotitolo: al primo parlamento d’Italia
Saggio introduttivo e note a cura di Giuseppe Pesce
Descrizione: Volume in formato 8° (cm 21 x 13); 80 pagine.
Luogo, Editore, data: Napoli, Alessandro Polidoro, 2015
Collana: Saggi

Giancarlo Rinaldi
Fonte: Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie

 

 

 

 

 


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