Le rivendicazioni del ramo spagnolo della casata Borbone - Due Sicilie

Lunedì 11 Gennaio 2016 07:34 Giancarlo Rinaldi
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CASERTA - Le leggi dinastiche sono un argomento ostico ai più. Di fronte alla complessità dell'argomento sono in molti a spaventarsi e a lasciarsi sedurre dalle lusinghe di alcuni che, supponiamo in buona fede, aprono la bocca e pontificano su argomenti di cui non sanno nulla. Uno degli argomenti più dibattuti è quello che riguarda chi sia il Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie a volte unito, a volte separato, all'altro grande quesito "a chi spetti il Gran Magistero dell'Ordine Costantiniano". Molto è stato detto su questo argomento e, alcune volte, è dato detto un cumulo di sciocchezze. Per coloro che fossero interessati pubblichiamo uno scritto di Giovanni Grimaldi, apprezzato studioso di diritto dinastico e di genealogia, che stimiamo molto e di cui apprezziamo l'ottimo lavoro ma sopratutto la chiarezza, requisito essenziale quando vengono trattati argomenti difficili come questo.

E' appena passato un mese dalla scomparsa di S.A.R. l'Infante Don Carlos Borbone Spagna (ex Due Sicilie), ed a questo punto ci chiediamo che posizione ufficiale prenderà suo figlio Don Pedro(*). Continuerà la disputa con la Real Casa delle Due Sicilie, continuando le pretese che furono del compianto padre Carlo Maria (1938-2015) e del nonno l'Infante Alfonso Maria (1901-1964)? Innanzitutto vorremmo rendere evidente la strana “intitolazione” dell’Infante Alfonso Maria, che fu poi "ereditata" dal figlio ed erede Don Carlos. Infatti Don Carlos, come il padre Alfonso Maria, utilizzava impropriamente il titolo di “Duca di Calabria”.

Ma tale titolo era riservato SOLO al Principe ereditario delle Due Sicilie! Non al Capo e Sovrano. Per fare un paragone sarebbe come se il pretendente Re di Spagna si facesse chiamare invece Principe delle Asturie, oppure il Re di Francia come Delfino, e via di seguito. Infatti Alfonso Maria e Don Carlos dopo di lui, avrebbero dovuto invece dichiararsi “Duca di Castro”, in quanto pretendenti alla carica di Capo della R. Casa e Pretendente al trono. In quanto SM Francesco II dichiarò che tale titolo di “Duca di Castro” doveva servire a identificare il titolare di tali supreme dignità. Ancora una volta vi è stata una confusione fra il concetto di titolo dinastico e titolo nobiliare? In realtà questa intitolazione dell’Infante Alfonso Maria prima e di Don Carlos dopo, rivela altri errori di fondo della loro pretensione. Infatti siccome Alfonso Maria si era dichiarato quale successore di Ferdinando Pio (1960), anche se costui aveva continuato ad usare pubblicamente ma impropriamente il titolo di “Duca di Calabria” (che era riservato solo al Principe ereditario), Alfonso Maria avrebbe dovuto dichiararsi “Duca di Castro”, in quanto pretendeva di essere il nuovo Capo della R. Casa. Giacchè, come è noto, il titolo dinastico di “Duca di Calabria” era riservato al Principe erede al trono.

Quindi tecnicamente fu come se Alfonso Maria da un lato si fosse dichiarato Capo della R. Casa e Pretendente e dall’altro erede al trono, ovvero come se fosse erede di Ranieri. Perché certamente non poteva sommarsi nella stessa persona la dignità di Capo e Pretendente e quella di suo stesso erede! Anche perchè se Alfonso Maria e poi Carlo Maria deteneva il titolo di Duca di Calabria, ovvero il titolo dinastico dell’erede al trono, chi era allora, secondo loro, il Capo e Pretendente legittimo della R. Casa e Dinastia?? Chiarito quindi l'errore nell'uso improprio del titolo (dinastico, non nobiliare!) di "Duca di Calabria" dobbiamo notare che allo stesso modo e conseguentemente anche il titolo di “Duca di Noto” (preteso da Carlo Maria e poi da Don Pedro) è improprio. Infatti il titolo dinastico di “Duca di Noto” spettava solo ed esclusivamente all'erede eventuale del Principe erede della Real Casa. Oltre i detti problemi di impropria ed erronea intitolazione, vi sono altri problemi dinastici che non riusciamo a comprendere.

Infatti la posizione dinastica di Pedro non ci appare, purtroppo, molto chiara. Innanzitutto bisogna ricordare che non si è Principe di una Real Casa semplicemente perché si è figli (anche se legittimi e naturali) di un Principe di tale Real Casa. Si nasce infatti Principe della R. Casa solo se il Principe genitore era nella condizione legittima, dal punto di vista delle leggi dinastiche, di poter tramandare il suo status alla propria discendenza (cd. "legittimità dinastica"). Ma chiariamo la questione secondo i vari diritti dinastici che potrebbero interessare Don Pedro:

1) DUE SICILIE: considerando l’ipotesi che il Principe Carlo Maria (1938-2015) non fu mai Principe delle Due Sicilie (perchè non nato da matrimonio dinasticamente valido per quella Real Casa, in quanto esclusivamente Principe della Real Casa e Dinastia di Spagna), non avrebbe quindi potuto trasmettere ovviamente al figlio lo status ed il rango di Principe delle Due Sicilie. Conseguentemente Don Pedro, non essendo nella linea di successione duosiciliana non poteva avere il titolo dinastico di “Duca di Noto”, così come il padre non potè nemmeno conferirgli il titolo dinastico di “Duca di Noto” (titolo che non si conferiva, ma al massimo riconosceva), non essendo il Capo della R. Casa e Dinastia delle Due Sicilie. Pertanto dovremmo considerare solo lo status di Pedro nella Real Casa di Spagna.

2) SPAGNA ATTUALE NORMATIVA: le attuali normative spagnole che regolano tale materia sono basate sul Regio decreto 1368/1987 (che ha specificato e ristretto i titoli ed i trattamenti della Familia Real e dei suoi parenti). In base a tale normativa, allo stato attuale, non sembra che Pedro rientri tra i Principi della Real Casa di Spagna. Perché infatti, oltre al trattamento di cortesia di “Altezza Reale” che gli viene attribuito in via informale, non ci risulta che il sovrano di Spagna lo abbia mai ed ufficialmente riconosciuto come Principe. Infatti Don Pedro non è un INFANTE, ma essendo figlio di Carlo Maria, che invece Infante lo era, godrebbe quindi del solo titolo di Grande di Spagna (art. 4 del detto R.D. 1368/87), con trattamento di “eccellenza”. Ma forse qui potrebbe aiutarci a capire meglio il Vice Cancelliere del suddetto ordine.

3) BORBONE DI SPAGNA: anche riguardo alle antiche Leggi della R. Casa Borbone di Spagna, la posizione di Pedro risulta delicata. Infatti, in base alla citata Pragmatica Sanzione del 1776 (secondo la quale i Principi della R. Casa di Spagna dovevano contrarre matrimoni tra pari, pena la decadenza irrimediabile dal rango del Principe inadempiente), Pedro, avendo contratto un matrimonio diseguale, sarebbe escluso da tale dinastia dei Borbone di Spagna (considerata “dinastia storica” dalla attuale normativa spagnola, anche se l’attuale R. Casa di Spagna non sembra che tenga più in riguardo le proprie antiche normative dinastiche). Allo stato attuale quindi diventa difficile qualificare lo status di Pedro, così come quello dei figli del detto Don Pedro. Soprattutto perché lo stesso Re di Spagna non si è ancora formalmente espresso in merito. Anche qui potrebbe dovrebbe spiegarci la situazione il Vice Cancelliere dell'Ordine spagnolo che, benchè ci ha dimostrato di conoscere poco il diritto dinastico duosiciliano sembra ferratissimo su quello spagnolo (infatti ci ha citato altrove solo quello). Infine aggiungiamo che anche la posizione di Jaime non ci appare, purtroppo, molto chiara. Innanzitutto, nell’ipotesi che Pedro suo padre non sia un Principe delle Due Sicilie non gli avrebbe potuto trasmettere tale status. Considerando poi che il Principe Carlo Maria (1938-2015) non fu il Capo e Pretendente di tale R. Casa nemmeno avrebbe potuto conferirgli il titolo (di ispirazione dinastica) di “Duca di Capua”. Quale sarebbe allora lo status di Jaime nella R. Casa di Spagna? Il padre Don Pedro non è un Infante, né è riconosciuto ufficialmente Principe, ma godrebbe personalmente del solo titolo di Grande di Spagna in quanto figlio di un Infante. Inoltre in base alla Pragmatica Sanzione del 1776 i Principi della R. Casa dovevano contrarre matrimoni tra pari, pena la decadenza e dunque la nascita di Jaime, non da una Principessa e prima del matrimonio dei genitori è considerata dinastica o meno, secondo la R. Casa di Spagna? Diventa quindi difficile pertanto anche qualificare il detto Jaime (*1993), così come tutti gli altri figli del detto Don Pedro. Anche perché, come abbiamo già detto, lo stesso Re di Spagna non si è ancora formalmente espresso in merito. Chiediamo ancora una volta al Vice Cancelliere se cortesemente ci fornisce il suo parere in merito.


In chiusura ci sono altre domande che ci poniamo:

1) L'Ordine cavalleresco Costantiniano di San Giorgio di Spagna (ovvero la Sagrada Orden Militar Constantiniana de San Jorge) è riconosciuto ufficialmente dal Regno di Spagna come un Ordine cavalleresco legittimo? Ovvero i cittadini spagnoli o stranieri se ne possono fregiare sul territorio spagnolo e/o all'estero? Oppure è riconosciuto solo dalla Real Casa di Spagna, magari a titolo privato?

2) Quali sono i trattamenti ed i titoli riconosciuti ufficialmente in Spagna a Don Pedro de Borbón y de Borbón, figlio del compianto Infante Don Carlos? Don Pedro risulta ufficialmente Altezza Reale e Principe appartenente alla Casa Reale di Spagna? Ed in caso positivo, in merito a quali riconoscimenti ufficiali?

3) I titoli nobiliari concessi dal compianto Infante Don Carlos sono riconosciuti ufficialmente in Spagna? Ad esempio quello di “Duca di Noto” e “Duca di Capua”? Allo stesso modo il citato Don Pedro de Borbón y de Borbón potrebbe concedere titoli validamente riconosciuti in Spagna? Sarebbe molto bello se gli studiosi interessati alla vicenda, senza faziosità e con la massima onestà e sincerità, esprimessero serenamente i loro pareri. Siamo qui per capire. E magari per sperare che sia questa l'occasione giusta, per Don Pedro, di spiegare le sue intenzioni, risolvere magari la amara ed annosa disputa (proprio nello spirito riconciliatorio di Napoli, altrove tanto decantato). Anche solo per capire cosa ne pensa il re di Spagna di questo suo parente e delle dette pretensioni dinastiche.

Grazie davvero.

G. G.

(*) dopo la stesura di questo scritto, Don Pedro ha rivendicato i titoli vantati dal padre. Ma gli argomenti sostenuti dall'amico Giovanni Grimaldi rimangono validi ugualmente.


Si riporta di seguito il testo integrale dell'Atto sovrano n. 594 dato a Napoli il 4 gennaio 1817, così come pubblicato sulla Collezione delle leggi, mediante il quale Ferdinando I ha rivestito i membri della famiglia reale dei corrispondenti titoli:

COLLEZIONE DELLE LEGGI E DE' DECRETI REALI del Regno delle Due Sicilie, anno 1817

"L'ordine ristabilito nella Monarchia mentre da una parte ha mosso l'animo nostro a ricomporla in un solo Stato, onde l'unione delle forze e l'uniformità di governo producano la felicità vicendevole di tutte le parti, come avvenne allorché il di lei fondatore Ruggieri con questo mezzo estinse il germe d'infiniti disordini, ci ha fatto nel tempo stesso rivolgere lo sguardo al gran bene che Iddio ci ha conceduto, moltiplicando la nostra Famiglia. E sull'esempio di quel Monarca, e di altri nostri augusti Progenitori, abbiamo determinato di rivestire de' corrispondenti titoli i nostri Figli e Nipoti, onde la dignità della Famiglia reale sia quella stessa qual fu ne' lieti tempi della Siciliana Monarchia. Mossi da queste considerazioni abbiamo risoluto di ordinare ed ordiniamo col presente atto quanto siegue: Art. 1. Il Figliuolo primogenito del Re del Regno delle Due Sicilie, immediato erede della Corona, giusta la legge di successione del Re Carlo III da Noi confermata colla nostra legge del dì 8 di dicembre 1816, porterà il titolo di Duca di Calabria. 2. Il figliuolo primogenito del Duca di Calabria assumerà sempre il titolo di Duca di Noto. Al dilettissimo nostro Figliuolo primogenito D. Francesco, e al di lui primogenito D. Ferdinando concediamo da ora i titoli anzidetti; e vogliamo che così venga sempre osservato nel tempo avvenire. 3. I due titoli di Duca di Calabria e di Duca di Noto non si risguarderanno come titoli trasmissibili, ma come distintivi del successore immediato alla Corona, e del di lui figliuolo primogenito, o di chi ne terrà il luogo. 4. Al nostro carissimo Figlio secondogenito D. Leopoldo concediamo il titolo di Principe di Salerno. 5. Al figlio secondogenito del Duca di Calabria nostro Nipote D. Carlo concediamo il titolo di Principe di Capoa. 6. Al di lui figliuolo terzogenito nostro Nipote D. Leopoldo concediamo il titolo di Conte di Siracusa. 7. Al di lui figliuolo quartogenito nostro Nipote D. Antonio concediamo il titolo di Conte di Lecce. 8. I titoli di Principe di Salerno, Principe di Capoa, Conte di Siracusa e Conte di Lecce, di cui abbiamo investiti il nostro Figlio D. Leopoldo, ed i nostri Nipoti D. Carlo, D. Leopoldo e D. Antonio, saranno trasmessibili a' loro figliuoli primogeniti, ciascuno nella propria linea, ed a tutti i loro discendenti di maschio in maschio, colla inalterabile prerogativa del sesso e del grado; di modo che nel caso che non avessero figli maschi, o che la loro discendenza de' maschi discendenti da' maschi venga a cessare, né anche le figliuole primogenite potranno portare alcuno de' titoli anzidetti; ma resterà estinto nella persona dell'ultimo maschio discendente, e tornerà a disposizione del Sovrano, che si troverà allora sul trono. 9. I titoli come sopra conceduti non daranno alcun dritto a' concessionarj né su i beni né sulle persone esistenti nelle provincie e nelle città suddette, che resteranno, come lo sono attualmente, nel pieno dominio della Corona, senza alcuna differenza. 10. Questo atto solenne riguardante la nostra Real Famiglia, sottoscritto da Noi, riconosciuto dal nostro Consigliere e Segretario di Stato Ministro di grazia e giustizia, munito del nostro gran sigillo, e contrassegnato dal nostro Consigliere e Segretario di Stato Ministro Cancelliere, sarà registrato e depositato nella Cancelleria generale del regno delle Due Sicilie, la quale ne formerà i corrispondenti diplomi tanto pel nostro secondogenito D. Leopoldo, quanto pe' secondogeniti del Duca di Calabria, che attesteranno la concessione de' titoli anzidetti alle loro persone ed alle loro famiglie".


Giancarlo Rinaldi

Fonte: Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie

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