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Home News ed Eventi Dedicata via a Carlo di Borbone a S.Arpino (CE)

Dedicata via a Carlo di Borbone a S.Arpino (CE)

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S.ARPINO(CE) - Il 28 maggio è stata una giornata importante per noi tutti, innamorati delle Due Sicilie e fedeli Borboniani: due eventi si sono svolti, in mattinata e in serata, entrambi manifestazione di riconquista di orgoglio identitario e di incondizionata espressione del nobile sentimento di amor di Patria.In mattinata ha avuto luogo lo svolgimento della cerimonia organizzata, sul suo territorio, dal Comune di Sant’Arpino in Provincia di Caserta, per l’intitolazione di una strada al Re Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese e vincitore delle milizie vicereali austriache nella battaglia di Bitonto del 1734.

Egli fu il restauratore della totale indipendenza e autonomia dell’antico Regno di Napoli e dell’altrettanto antico Regno di Sicilia, ai quali va riconosciuta come data di nascita, in quanto Regni, la data del 1130 con il normanno Re Ruggiero. Tali Regni avevano sempre conservato la dignità Regia ma divenuti poi Vicereami erano stati sottoposti a governi stranieri con la conseguente perdita di autonomia politica ed economica. Lo stesso Sovrano fu peraltro il fondatore della Dinastia di Borbone di Napoli e Sicilia, poi divenuta delle Due Sicilie, e tale Dinastia, per accordi politici intercorsi e statuiti all’epoca, divenne per tali Regni garanzia di indipendenza assoluta. Il Comune di Sant’Arpino, cogliendo l’occasione della ricorrenza del trecentesimo anniversario della nascita del Sovrano sopracitato, ha organizzato uno splendido evento che si è tenuto nel Teatro Lendi dello stesso Comune.

La cerimonia si è snodata attraverso equilibrati e saggi interventi di personalità convenute che hanno ben evidenziato l’importanza dell’opera di governo di questo Re che fu un Sovrano illuminato e dette il via in maniera decisa e concreta alla rinascita dello Stato in ogni campo e quel che più conta ridando ai popoli del Sud continentale ed insulare una vera e propria Patria con tutto l’orgoglio identitario che ne consegue. Tutta la cerimonia è stata poi ulteriormente vivificata dalla presenza di intere classi dei due Istituti Scolastici, l'Istituto Comprensivo "V. Rocco - cav. A. Cinquegrana" e il Liceo Scientifico "G. Siani" di Aversa, i cui Dirigenti hanno intelligentemente aderito alla iniziativa.

Gli stessi ragazzi hanno materialmente partecipato leggendo passi di letteratura, coordinati dal prof. Gennaro Conte, con riflessioni sullo stato dell’antico Regno e di quanto accaduto successivamente alla caduta dello stesso a causa dei tristi eventi del triste 1860. L'orchestra dei ragazzi sempre ben diretta dal prof. Pasquale Palmiero ha suonato l’Inno del Re, Inno Nazionale del Regno delle Due Sicilie (musica di Giovanni Paisiello di cui quest'anno ricorre il II centenario della morte) ed il coro, sempre di ragazzi e diretto dalla prof. Fabrizia Cinquegrana, ha cantato le canzoni “Brigante se more “e “L'Inno dei Sanfedisti” o "Carmagnola". Il tutto in un tripudio di Vessilli Bianchi con le Armi di Casa Borbone. Successivamente, il momento clou: lo scoprimento della targa e la benedizione della stessa. -

Un grazie va a tuti gli organizzatori e a tuti quelli che hanno contribuito con il loro intervento alla riuscita dell’evento: L’Associazione Culturale Borbonica di Terra di Lavoro con il prof. Vincenzo Gulì e il dr. Pompeo De Chiara, i due Istituti con le dirigenti prof. Debora Belardo e prof. Sonia Ebraico in rappresentanza della dr.ssa Rosaria Barone, il Delegato per Napoli e Campania del SMOC di San Giorgio Marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, le Autorità Comunali di Sant’Arpino, l'Assessore alla Cultura Salvatore Brasiello insieme con il Sindaco f.f. dr. Aldo Zullo, il Prof. Giuseppe Limone Ordinario di Filosofia del Diritto e della Politica del Dipartimento di Giurisprudenza della SUN di Napoli.

In serata invece abbiamo assistito ad un bellissimo spettacolo teatrale messo in scena, a cura della Pro Loco di San Leucio, nel teatro annesso alla Chiesa di Puccianiello con un testo scritto e diretto da un giovane, ma molto promettente regista casertano, Fausto Bellone. Lo spettacolo in un atto unico, intitolato “Non resterà pietra su pietra”, altamente drammatico, per il soggetto e per la scenografia e coreografia, ha avvolto tutti gli spettatori portandoli all’interno del dramma che esso racconta. Si tratta infatti del ricordo di un eccidio tremendo che causò oltre 550 morti quale fu quello perpetrato da truppa del Regio Esercito Italiano (così era stato rinominato l’Esercito del Regno di Sardegna - i Piemontesi - ) il 14 agosto 1861 nella rappresaglia effettuata a carico dei Comuni di Casalduni e Pontelandolfo a cui fu dato fuoco senza permettere a chi era ancora in casa di scappare, in risposta ad una azione bellica condotta da banda di insorgenti guidata da un antico capitano dell’Esercito Napoletano, Cosimo Giordano, e diretta contro un Reparto Militare senza compromissione di civili.

Come già detto spettacolo di grande emozione, molto coinvolgente e utilissimo per rendere noto un episodio tra i tanti di quella vera e propria guerra civile che per circa un decennio continuò ad insanguinare il Sud nell’estremo tentativo di sottrarlo ad una conquista alla quale era stato condannato dagli eventi storico-politici mal condotti e dai rapporti internazionali, ma anche da quanto di peggio può capitare ad uno Stato, l’azione deleteria di corruzione delle coscienze svolta per lo più dalla classe medio-alta anche in chiave antireligiosa, al fine di ottenere il massimo vantaggio economico, anche, ed è il colmo della ignominia, a costo di far scomparire dalla carta politica d'Europa ogni traccia dello Stato stesso ossia della propria Patria. ---- Perciò un grazie grandissimo va a tutti quelli che per tale fine si sono adoperati e per tutti cito e saluto il Presidente della Pro Loco di San Leucio dr. Donato Tartaglione e il regista e autore dr. Fausto Bellone.


Giovanni Salemi

Presidente Istituto di Ricerca Storica delle Due Sicilie

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